STORIES 03

UN LEGAME NATO DAL RITO DEL TÈ

SARA ALAWIE AKA SACERAMICS_

PHOTOGRAPHY BY MASSIMILANO TUVERI WORDS BY ROBERTA BORRELLI

Pensavo a questa cosa di come negli ultimi anni per dinamiche personali ed eventi sociali ho trascorso più tempo con i miei oggetti che con i miei amici. Sono diventati gli attenti voyeur delle mie giornate tra rituali domestici e affanni professionali. Conoscono ogni cosa (le cose). Gioie, paure, verità nascoste ai più. Mi fanno compagnia. Ho imparato negli anni a selezionarli con cura. Come si fa con un migliore amico a cui stai affidando tutti i tuoi segreti.
In questa ricerca del giusto compagno di viaggio arriva per caso nella mia vita Sara Alawie, ceramista italo-libanese con cui dopo questo primo incontro realizzerò Lares e Lentigo.

È questo il momento in cui scopro che le cose sono strettamente legate alle persone. Gli studi in architettura avevano compresso questo concetto alle case, quello con gli oggetti è stato un pensiero arrivato solo dopo. Non ci facciamo mai caso ma ogni oggetto che usiamo nel nostro quotidiano è stato creato da una persona che attraverso l’ingegno o la manualità o l’utilizzo di una macchina ha reso reale un’idea. E se abitiamo solo attraverso le cose, allora l’uomo ritorna al centro dei nostri rituali domestici.

La mia idea era una teiera.

Vivo di ritualità domestiche e quello del tè mi lega a diversi ricordi della mia infanzia.


Ho osservato e analizzato un po’ di artigiani, poi per istinto ho scritto un messaggio a Sara. Nasce così, intorno ad un tè virtuale, perché in piena pandemia, il nostro legame. La prima cosa che mi ha stupito di Sara è stata la fase creativa: il disegno e lo sviluppo del progetto in fase preparatoria non sono così scontati per chi non arriva da una scuola di design.

Molto del nostro rapporto professionale è stato vissuto sulla distanza o nel mio studio, ma stavolta per raccontarvi la nostra storia sono andata a trovarla nel suo laboratorio, una bellissima cascina nel Comasco, e ho provato a farle qualche domanda per scoprire qualcosa in più di lei.

R: Io conosco già diverse cose di te ma mi piacerebbe sentirti raccontare la tua storia e e come la ceramica è entrata nella tua vita.

S: La ceramica è entrata nella mia vita attraverso un'incantevole fusione di passione per le arti manuali e esperienze di viaggio. La mia eredità mista italo-libanese mi ha introdotto al valore dell'unione e alla bellezza delle differenze fin dalla nascita. Questo ha instillato in me fin da piccola il desiderio di scoprire il mondo e le sue diverse culture. È durante i miei viaggi in Estremo Oriente, che ho scoperto l'arte ceramica in tutta la sua maestosità. Partecipando a masterclass e immergendomi nelle tradizioni ceramiche di Cina, Corea del Sud e Giappone, ho trovato un nuovo linguaggio espressivo che ha arricchito il mio percorso artistico.

R: Scrivo di come io abbia apprezzato da subito il tuo processo creativo, da cosa e come nasce quest’attitudine non scontata?

S: Il mio processo creativo è il risultato di una fusione armoniosa tra le mie radici multiculturali e le esperienze che ho vissuto durante i miei viaggi, che hanno profondamente influenzato il mio lavoro. Durante le mie esperienze in quei luoghi affascinanti ho imparato a cogliere il valore delle linee essenziali e umili che incarnano bellezza ed eleganza. Questi tratti si sono radicati nel mio approccio alla creazione artistica. Ogni pezzo che creo racconta una storia unica, riflettendo la complessità e la ricchezza delle mie esperienze personali e culturali, trasformandole in opere che portano con sé un significato profondo e autentico.


R: Ci sono delle cose da cui ti lasci ispirare quando pensi ad un nuovo prodotto?

S: Quando studio un nuovo prodotto mi piace lasciarmi ispirare da forme che evocano un senso di purezza e essenzialità. Questo può derivare da elementi che richiamano linee pulite e geometriche che parlano di armonia e di equilibrio. Per quanto riguarda le finiture, poi, mi concentro sull'effetto che il tempo lascia su materiali naturali, che spesso portano con sé una storia di esperienze e patine che li rendono unici. Mi affascina anche esplorare il contrasto tra effetti opposti che rappresentano il dualismo presente sia nel mondo esterno che in quello interno a ognuno di noi. Questo gioco di contrasti, tra l'effimero e il duraturo, fra liscio e ruvido, mi ispira a creare opere che catturino l'essenza complessa e dinamica del mondo che ci circonda.

R: Abbiamo realizzato insieme due collezioni Lentigo e Lares, una dedicata all’uso quotidiano l’altra più vicina al collezionismo, cosa hanno rappresentato per te questi due progetti e quale senti più tuo?

S: Sebbene entrambi abbiano un posto speciale nel mio cuore, mi sento particolarmente legata a Lares. Questo progetto incarna un valore profondamente radicato in me: l'importanza della casa, del focolare domestico e delle tradizioni. Lares è un omaggio alle radici di ogni cultura, ricordandoci che, nonostante le nostre differenze, esiste un filo comune che ci unisce tutti - il calore e l'accoglienza della casa, e le tradizioni che definiscono l'essenza di ogni popolo. La collaborazione su Lares ha significato per me non solo esplorare e rispettare queste tradizioni ma anche proiettarle nel futuro, mantenendo vivo lo spirito di condivisione e protezione che da sempre caratterizza il concetto di famiglia e di comunità. Oltre a questo, oggi mi fa sorridere pensare che la prima versione di Lares è stata acquistata da un gallerista giapponese che oggi si trova a Okinawa, dove tutto è cominciato. È come se il cerchio si fosse chiuso, riportando le mie creazioni alle radici della mia ispirazione, in quel luogo di partenza che tanto ha influenzato il mio percorso artistico e personale.

R: Un aneddoto sulla nostra collaborazione che ti piacerebbe condividere?

S: La realizzazione di Lares e Lentigo è diventata un viaggio condiviso.Uno degli aspetti più straordinari e sorprendenti della nostra collaborazione è stato il modo in cui le nostre conversazioni hanno dato vita a qualcosa di unico e significativo.  È stato proprio mentre discutevamo di Lentigo, nato dalla tua richiesta per una teiera, che ho iniziato a esplorare il tema della diversità in modo più approfondito.

Le nostre conversazioni hanno ispirato una nuova comprensione del concetto, trasformandolo in una collezione che celebra l'unicità e l'autenticità di ogni individuo. Forse, l'aneddoto più significativo di tutti riguarda il modo in cui questi progetti hanno rafforzato la nostra comprensione reciproca e la stima professionale, ribadendo che le migliori creazioni nascono da un terreno comune di rispetto, apertura e, soprattutto, da una condivisione genuina di visioni e sogni.

R: Il mio di aneddoto è più personale che professionale, evidenza di come le mie scelte, anche sul lavoro, sono dettate molto spesso dal cuore e dalla passione. Un giorno Sara scrive - Ciao tesoro come stai? Ti penso da qualche giorno. La chiamo. Mi risponde con un altro messaggio. Sto rientrando da Tokyo ti chiamo domani.

Mi piace pensare che nella vita ci siano persone capaci di prendersi cura tanto degli oggetti quanto delle relazioni.

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