Il design ha ancora bisogno di parole?
Me lo sono domandata spesso negli ultimi anni se avesse ancora senso scrivere. Stiamo attraversando tempi da contenuti short form studiati per rispondere a domande specifiche e per offrire soluzioni veloci. Gli utenti hanno solo bisogno di risposte rapide alle loro domande e se non si riesce a soddisfare questa esigenza, il rischio è quello di perdere potenziali clienti che non hanno tempo o interesse sufficienti per leggere contenuti long form, giudicati troppo lunghi e dispersivi. Così sulle varie piattaforme social si alternano professionalità che vi spiegano in poco più di un minuto come organizzare l’armadio, scegliere il parquet o progettare un bagno piccolo. Le stesse citazioni di grandi architetti o professionisti del design si sono trasformate in mini frame video dove il Renzo Piano di turno vi racconterà che un architetto quando viaggia si sente a casa ovunque.
E allora ha ancora senso nel 2025 scrivere? Recentemente ho letto un articolo di Ilenia Martini su Substrack “Tsunami of shit content" . In sintesi Ilenia parla di come sia più facile creare un rituale sano attorno all'ascolto di un vinile o alla lettura di un libro, ma quando si tratta di contenuti online, il confine tra conscio e subconscio diventa sottile e sfumato. La maggior parte dei contenuti a cui siamo esposti non sono nemmeno frutto di una nostra scelta. E continuando attraverso una serie di riflessioni interessanti, che vi invito a leggere, espone la necessità, a mio avviso di molti, di fruire di contenuti selezionati a cui qualcuno si è dedicato con cura. Senza entrare nel merito di quanto gli shorts creino dipendenza e deficit di attenzione, come Ilenia mi sono domandata se non faccio anche io parte di quel sistema e sopratutto se è cosi che voglio continuare a raccontare il mio punto di vista nel settore. Dai primi post sul blog alle ultime stories su Instagram ho scelto di non offrire consigli ma di descrivere sensazioni, nello specifico quelle di una donna architetto che prova ad osservare il suo ambito professionale. Un semplice punto di vista, in alcuni periodi più critico in altri più sottile, attraverso la fotografia e la trascrizione dei miei pensieri. Mi sono domandata a distanza di diversi anni dall’inizio di questo percorso se questo fosse ancora importante per me. Mi sono risposta che lo era, ma avevo bisogno di continuare a scrivere, nonostante la consapevolezza di essere fuori dal tempo. Ho creato un contenitore molto vicino all’idea di un tabloid digitale, con i contenuti che vorrei leggere io su una rivista italiana. Ci saranno poche case da cui trarre ispirazione e più approfondimenti legati allo stato dell’arte dell’habitat creativo in cui mi muovo da anni. Le sezioni saranno tre. Nelle stories troverete le mie ricerche e i progetti fotografici attraverso i quali racconto la relazione con la casa e i suoi oggetti. L’archivio della newsletter, in cui continuerò a scrivere come un diario il mio punto di vista su ciò che succede nel mondo del design. E infine un Calendar per segnare e condividere mostre ed eventi in programma, cosi non mi dimentico. L’esigenza dei tre punti è la stessa che negli ultimi due anni ho provato a descrivervi in diversi modi: imparare a restare nelle cose e avere attenzione per ciò che accade intorno e fuori dallo studio, evitando le distrazioni dei sopracitati contenuti short.
Alla domanda se ha ancora senso scrivere nel 2025, e andando nello specifico, se ha ancora senso scrivere di design, è chiaro che a questo punto la risposta è stata affermativa, a maggior ragione se pensiamo a quanto il design necessiti di tempi di elaborazione, indagine sociale e storie da raccontare e non solo di ispirazioni.
PERCHÈ DESIGN ISSUE?
L’intelligenza artificiale vi risponderebbe cosi:
L'espressione Design Issue può avere diversi significati a seconda del contesto:
Nel giornalismo e nelle riviste - Si riferisce a un'edizione (issue) di una pubblicazione dedicata al design. Ad esempio, una rivista di moda o architettura potrebbe pubblicare un Design Issue con articoli, interviste e reportage su innovazioni, tendenze e protagonisti del settore.
Nel design e nell'ingegneria - Può indicare un problema (issue) relativo al design di un prodotto, un'interfaccia, un software o un edificio. In questo caso, un design issue è un difetto, un limite o una sfida da risolvere per migliorare funzionalità ed estetica.
Forse semplicemente perché sono un architetto mi ritrovo molto più nel una sfida da risolvere per migliorare funzionalità ed estetica.
Dico da anni di desiderare una rivista in italiano con un contenuto esteticamente gradevole e zero peli sulla lingua. Mi rendo conto che per il mondo editoriale è impossibile ma per me potrebbe non esserlo. Mi fa molta paura gestire i tempi del lavoro con questa che è semplicemente una passione personale, ma ho voglia di lanciarmi in questa sfida, esattamente come quando con qualche anno in meno 13 anni fa aprivo il mio blog.
LE FIERE, STOCCOLMA E ALTRE STORIE
Ma ritorniamo al tema con cui avevo concluso l’ultima newsletter. La prossima settimana inizia la Stoccolma design week. Io volerò in Svezia per la per prima volta con la curiosità di scoprire con quale approccio viene affrontato qui il tema fiera, che a Parigi è risultato, a detta di tutti, particolarmente deludente. Viaggerò da sola, ancora una volta. Il progetto di fare questo evento in condivisione purtroppo non è andato a buon fine. Ora è solo tempo di preparare la valigia e lasciarmi travolgere dalle sensazioni che solo il nord Europa sa regalarmi.